giovedì 27 marzo 2014

La Sindrome dell'Abbandono



Come per ogni altro conflitto, per venire a capo della sindrome dell’abbandono è necessario sapere e vedere, come in un film, quando e come essa è nata, cioè, quale è stato il primo abbandono ad aver impresso una svolta così drammatica alla vita. «È accaduto quando ero vulnerabile, quando non avevo alcuna protezione. Porto quella fragilità in ogni relazione.» Scopro così, in una grande quantità di consultazioni, che in quasi tutti i casi si attribuisce quel sintomo all’evento sbagliato — ciò è il motivo per cui il sintomo sussiste e si ricasca nel copione dell’abbandono. Classico è l’abbandono di una madre… che non ha mai abbandonato e che si prende dunque colpe non sue. Spesso io chiedo: «Chi ti ha abbandonato?». Mi sento rispondere con qualche variazione: «mi ha abbandonato la mamma, il primo fidanzato, l’amica prediletta, lo zio che era come un padre, ecc.» Ma indagando un po’ più profondamente, si rivela con discreta facilità che l’effetto dirompente e drammatico di quell’abbandono specifico fu dovuto al fatto che esso non era il primo, bensì il secondo, ed ecco il motivo dell’impatto devastante nella sfera emotiva e psichica. Allora io dico: «tu quella volta sei caduto nel panico perché hai pensato ‘Non abbandonarmi anche tu!’» «È vero» dice l’altro. «Ma non mi ero mai soffermato a pensare al significato profondo e reale di questo pensiero.» Eppure, quando la nostra anima parla, dovremmo ascoltarla con attenzione. Un bravo detective dell’anima pone subito la sua attenzione su quel «anche tu.» Così, come in un’indagine poliziesca, portiamo alla luce una verità che costituisce la vera strada. Abbiamo il punto esatto in cui scavare, siamo al cospetto della corretta descrizione e dunque della soluzione. Possiamo regolare i conti con chi davvero ci ha abbandonato (capire perché ci sentiamo così anche se — di fatto — nessuno ci ha mai abbandonato veramente). Già il vento soffia nelle vele della liberazione.
— Gabriele Policardo

1 commento:

  1. orcaloca... è assolutamente verissima 'sta faccenda del secondo abbandono.
    almeno per me.

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